Gay & Bisex
Il primo fidanzato
di Rosalinda
10.06.2024 |
363 |
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"Lo aveva spaventato il sangue nel culo..."
Dodici anni, seconda media, sono seduto al penultimo banco.Seduto accanto il mio compagno è un ragazzo magrolino, biondino, senza peli.
All'ultimo banco, dietro di noi, c'è un ripetente, ha 15 anni, alto, un bel ragazzo, ben messo.
Sono i primi giorni di scuola, il ripetente è la prima volta che è nella nostra classe.
E' nuovo.
Noi portiamo i pantaloncini corti, non come si usano ora, al ginocchio, molto corti.
Sento una mano che mi tocca il culetto e per reazione mi sposto in avanti.
Però, quel tocco mi è piaciuto.
Sposto il culetto indietro.
La mano ricomincia a toccarmi, sempre con maggiore intensità.
Vedo che anche il mio compagno di banco si muove in maniera strana, un'altra mano tocca le sue natiche.
Anche lui ci sta, non si allontana.
Io mi avvicino a lui e gli dico, ti piace, e lui e a te ? si rispondo, e lui anche a me.
Il compagno ripetente aveva sentito tutto.
Dice, siete due ricchioni, vi romperò il culetto, vedrete come vi piacere il mio cazzo.
A sentire che ci voleva dare il suo cazzo, ci eccitiamo moltissimo e continuiamo a spingere il culo verso di lui.
Lui allora, infila la mano dentro il pantaloncino, con difficoltà, ma ci tocca la coscia e parte della natica nuda.
Che bello !!!
Desiste, per la difficoltà della manovra e mette un dito tra le natiche, in corrispondenza del buco, e spinge con forza.
Sento entrare il suo dito nel mio buchetto, che non è vergine.
A dieci anni, per alcuni mesi ero stato inculato da quattro miei compagni di giochi, due avevano dodici anni.
Sapevo che voleva dire stare a pecora con un cazzo dentro il culo.
Poi quando loro si erano stufati di scoparmi, avevo cominciato a mettermi la fine del bastone per lavare i pavimenti, era arrotondato, nel culetto.
Andavo in bagno, chiudevo la porta, nudo, prendevo il bastone lo bloccavo in un angolo del pavimento, e dopo aver lubrificato la parte, appoggiavo la parte opposta al mio buchetto, poi spingevo e lui entrava, andavo, su e giù con grande piacere.
Avevo tenuto il buchetto in allenamento per quei due anni.
Immaginai il cazzo del mio compagno ripetente di quindici anni ?
Sarebbe stato bello grosso.
Mi avrebbe fatto male ?
Mi avrebbe sborrato dentro ?
Ero preso da questi pensieri mentre lui spingeva il dito dentro lo sfintere mio e del mio compagno di banco.
Entrando il dito entravano anche le mutandine e il pantaloncino, certo un poco, ma entravano.
Ogni volta che lui lo faceva, le mutandine, in corrispondenza erano sporche.
Mi girai e guardai il mio compagno di banco.
Aveva una faccia da ricchione, un'espressione di chi sta godendo, gli occhi semi chiusi e con la bocca aperta guaiva.
Mi piace, ma mi faccio male, mi disse, e tu ?
Io ero più largo, lui era vergine, dissi che mi facevo male pure io, ma non era vero ...
Questo toccate di culo andarono avanti per parecchie settimane.
Alcuni compagni seduti vicino avevano visto queste toccate di culo, ma non avevano detto nulla, il ripetente era alto, robusto, incuteva timore.
Ci diceva sempre che ci avrebbe sverginato, non sapeva che io non ero vergine.
Un giorno c'è sciopero, niente scuola.
Lui ci dice, andiamo a casa mia, mia madre non c'è perchè lavora, faceva l'infermiera.
Andiamo a casa.
Nella sua camera, ci fa spogliare nudi, si spoglia pure lui.
Ha un gran bel cazzo.
Lo dobbiamo toccare con le mani, tutti e due.
Poi dobbiamo baciare la punta del suo cazzo.
Poi ce lo mette in bocca, lo bobbiamo prendere tutto.
Diventa grosso e durissimo.
Dovete gustare il sapore del mio cazzo, voi siete ricchioni e i ricchioni devo gustare il cazzo del maschio.
Bene, siete stati bravi, mettetevi sul letto a pecora.
Noi, ubbidienti, eseguiamo.
Ci passa, una crema nel buco del culo, per lubrificare.
E dice, state tranquilli, rilassatevi, non è la prima volta che svergino un culetto.
Comincia con il mio, che dice, assomiglia al culo di una femmina.
Appoggia la punta, la sento, sono eccitatissimo, mentre lui spinge, io spingo verso di lui.
Il cazzo entra, una metà è subito dentro.
Lui capisce, tu non sei vergine, sei abituato a prenderlo, mi dice.
Si è vero dico, l'ho già preso a dieci anni, tante volte, ma mai così grosso.
Certo, io ho un cazzo grosso, e me lo ficca tutto dentro.
Aiaiiiiiiiiii, urlo, mi ha fatto male, volutamente.
Grida, grida, devi capire che il tuo culo ora è mio, me lo fotto quando voglio.
Ed io, siiiiiiiiiiii, fottimi tutto.
Lui, non devi dire tutto, ma tutta, sei una femmina ed io ti farò diventare sempre più femmina, dovrai diventare una puttana.
Cominciò ad entrare ed uscire dal mio culo, che si adattò subito al suo calibro.
Una bellissima fottuta, mi teneva dai fianchi, mi dava delle sculacciate, e me lo sbatteva tutto dentro.
Dopo un pò si fermò perchè stava venendo.
Lo tirò fuori dal culetto, io continuavo a muoverlo tutto, me lo sentivo ancora dentro, era stato bellissimo.
Mi ero sentita tanto donna, montata, chiavata, fottuta ...
Lui lubrificò il culetto del mio compagno, che aveva assistito a tutta la chiavata nel mio culo.
Notando che quello era un culo vergine, lo rassicurò dicendogli che avrebbe fatto piano, che non lo avrebbe scopato come aveva fatto con me, dato che io ero già stato fottuto, che ero una puttanella.
Con attenzione entrò nel culetto, aprì la rosellina, il ragazzo urlo, nooooo mi faccio male.
Lui lo tirò fuori.
Lubrificò nuovamente il buco, mentre il sodomizzato continuava a lamentarsi, mi brucia, mi brucia...
Dopo poco ficcò nuovamente la testa dentro quel culetto, piccolo, bianco, glabro, strettissimo, il ragazzo urlò ancora, mi faccio male, basta, basta.
Lui gli diede un colpo e metà del cazzo entrò, io accanto guardavo la scena, menandomi il mio pisellino piccolo e moscio.
L'urlo si sentì in tutto il palazzo, la faccia del mio compagno era sconvolta.
Io dissi, si fa male, toglilo, non resiste.
Lui lo tolse e vidi che il cazzo era rosso, lo aveva sverginato e insanguinato.
Il mio compagno continuava a lamentarsi.
Gli avevano rotto il culo, per sempre.
Quella per lui fu la prima e l'ultima scopata, il ripetente non volle più chiavarlo, anche se lui gli chiedeva di farlo. Lo aveva spaventato il sangue nel culo.
Io mi rimisi a pecora e fui infilzata per la seconda volta e dopo una bella scopata di una decina di minuti sentii il mio chiavatore che s'induriva, mi dava tre/quattro colpi nel culo con decisione e poi mi sborrò copiosamente.
La prima sborrata abbondante che mi riempiva il mio culo.
Ad oggi dopo sessanta anni, di sborrate in culo ne ho prese sicuramente molte più di mille.
Tirò fuori il cazzo dal mio culetto dicendomi, stringi le natiche e non sporcare la coperta, se no te la faccio pulire con la lingua.
Io tenni ben strette le natiche, mi fece mettere in ginocchio per terra, perchè volle vedere la sborra che colava dal mio culo.
Poi mi fece pulire con uno straccio il pavimento.
Ti ho ingravidata, puttanella, sei contenta ?, da oggi hai un fidanzato che ti ingraviderà sempre.
E ricordati, visto che ho notato che a te il cazzo ti piace, devi prendere solo il mio, sei vai con altri ti faccio diventare le natiche rosse dalle botte, e subito mi diede una forte sculacciata, per farmi sentire quanto dolore poteva arrecare alle mie natiche.
Da quel giorno, tutte le volte che era possibile, mi inculava.
Lui era molto maschio, mi comandava ed io che ero la sua femminella ubbidivo.
In classe tutti sapevano che ero la sua femmina, mi toccava il culo davanti a tutti.
Mi chiavò per due anni, in terza media, studiavamo insieme, quasi tutti i giorni, quando a casa non c'era la sua mamma, mi scopava sempre.
Iniziò a scoparmi anche a scuola, nei gabinetti.
Io mi abbassavo i pantaloncini le mutandine e davo il culo, lui fotteva e sborrava, io facevo colare la sborra nel cesso e tornavamo in classe, lui aveva scaricato e io ero stata riempita.
Un pò di sborra colava sempre e sporcava le mutandine, in corrispondenza del buco del culo, io ero preoccupato che a casa se ne potevano accorgere, ma per fortuna avevamo già la lavatrice, una delle prime, ed io mettevo le mutandine dentro e nessuno sospettava che avevo il culetto rotto e che mi piaceva prenderlo.
Un giorno mi disse che un suo caro amico aveva saputo che avevo un bel culetto e lo voleva provare. era un poco più grande di lui e lo aveva più grosso, mi disse tu rilassa lo sfintere e vedrai che andrà tutto bene.
Se sarai brava ti farà un bel regalo.
Non devi far altro che fare la femmina, come fai con me.
Un giorno venne, non volle che lo vedessi, mi misero una fascia intorno agli occhi.
Mi passò la crema nel buco del culo, mi accarezzò il culetto, mi tocco le pallette e il mio cazzettino, dicendo che era proprio piccolo e che con cazzettino così non potevo che fare il ricchione.
Ma che avevo un bel culo con una rosellina, bella morbida ma già aperta.
Appoggiò la punta del cazzo e con un colpo deciso venne dentro per metà.
Io sentii un pò di dolore, ma ero abituato, mi rilassai bene, lui sentì che mi aprivo e me lo ficco tutto dentro.
Io sentii dolore, ma gli dissi, siiiii, siiiii, ancora, sbattimi, fottimi, sono la tua puttana.
Lo sento che sei una puttana, da come muovi il culo e da come godi.
Fece una chiavata stupenda, aveva un cazzo molto grosso, non era un ragazzo...
Mi chiavò a lungo, cambiò posizione tante volte.
Stette dentro di me più di mezzora.
Poi sborrò tanto, tantissimo.
Voleva che gli pulissi il cazzo con la lingua ma il mio fidanzato non volle, gli disse che ancora non me lo aveva fatto fare.
Vediamo più avanti, tanto, disse, mi sembra di capire che sei rimasto soddisfatto della mia troietta, e che la fotterai ancora.
Certo disse lui, anche una volta alla settimana, se possibile, scaricarmi in questo culetto è meraviglioso.
Disse, questi te li sei guadagnati, e mi ficcò nel culetto un biglietto di banca ripiegato.
Biglietto che il mio fidanzato tolse subito e intascò.
Poi mi diede la metà.
Questa fu la mia prima marchetta.
Ma ne seguirono tante altre.
Ero felice che pagavano per fottersi il mio culo.
Quando finimmo le scuole medie, continuammo a vederci per un pò, ma poi gradualmente perdemmo i contatti.
Ma non dimenticherò mai il mio primo fidanzato.
In seguito ne abbi altri...
Tutti molto bel dotati ...
Questo è un racconto in gran parte inventato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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